La banconota da 20 euro è tra le più comuni e utilizzate nella vita di tutti i giorni, ma è anche uno degli esemplari più “problematici” per gli stati, per diverse ragioni, note anche al pubblico. Distinguibile per il suo aspetto colorato, con tonalità di azzurro / turchese, la 20 euro può presentare lievi differenze in alcuni casi.
Riconoscibile ma in evoluzione da tempo, la banconota da 20 euro cambierà aspetto presumibilmente dal 2026, insieme a tutti gli altri principali tagli che compongono la valuta europea, in forma cartacea. Conserverà però alcuni elementi delle versioni attuali che caratterizzano la seconda serie, ad oggi la più facilmente identificabile.
Tuttavia, alcuni esemplari possiedono simboli e dettagli particolari che possono suscitare interesse o curiosità; in situazioni molto specifiche, possiamo sfruttare questo fattore rarità per ottenere potenzialmente un discreto guadagno se il nostro esemplare “speciale” soddisfa determinati criteri specifici riconosciuti come rari, particolari e quindi interessanti.
Identikit della 20 euro
Identificabile per la sua colorazione e le dimensioni medie, non eccessivamente grandi (le banconote europee sono progettate in base alla dimensione, che aumenta con il valore degli esemplari), ha una colorazione azzurra / blu e presenta forme architettoniche ispirate allo stile gotico, in entrambe le versioni. dw dwwd wd wdwd wd wdwd wd
La seconda serie è quella attualmente più diffusa e comune in senso lato, e si può definire sicuramente la più comune: introdotta a partire dal 2015, proprio da quell’anno ha iniziato a sostituire la prima serie, ancora valida, che ha iniziato a circolare con l’introduzione dell’euro fisico, nelle monete e banconote tradizionali.
Insieme ai tagli da 10 e 50 euro, fa parte delle banconote più utilizzate e costituisce una base economica importante per l’intera Unione Europea, e per questo è attentamente monitorata dalle istituzioni anche per una questione pratica e seria: la falsificazione, che colpisce soprattutto questi esemplari.
Esemplari da controllare
Come altri esemplari, anche la 20 euro è considerata “a rischio” perché, essendo comune, risulta meno facilmente identificabile in caso di falsificazione. Circa il 35% dei pezzi “falsi”, quindi contraffatti, è individuabile proprio nei tagli da 20 euro, in quanto più facili da spacciare inosservati da chi ha l’intenzione di falsificarli.
Ma la 20 euro è anche una banconota interessante se autentica, in quanto può avere un valore sensibilmente più alto se possiede un numero di serie particolare; naturalmente, il numero di serie è quello presente su ogni banconota ed è diverso per ogni esemplare. Gli appassionati osservano proprio il numero di serie, e i più particolari sono i più ricercati.
Ad esempio, i pezzi che hanno poche differenze in termini di cifre presenti valgono mediamente di più; quindi, gli esemplari da 20 euro che hanno solo 2 o 3 tipi di numeri possono valere fino a 4 volte il valore nominale se in ottimo stato. Molto apprezzate anche le banconote con i numeri progressivi, quindi crescenti o decrescenti.
I pezzi più rari
Naturalmente, i pezzi più rari sono quelli quasi unici; quindi, se il numero di serie ha un solo numero ripetuto (è sempre presente una lettera all’inizio che identifica la nazione di provenienza), siamo di fronte a un pezzo unico della propria serie e può valere fino a 30 volte il valore nominale, quindi nel caso della 20 euro fino a 600 euro.
Ancora più rari sono gli esemplari Specimen, che sono concepiti non per la circolazione, e in italiano possono essere idealmente equiparati alle banconote campione, vale a dire quelle emesse all’inizio di ogni serie, destinate a un utilizzo simbolico oppure a uno legato a doni diplomatici tra le nazioni, quindi non per l’utilizzo corrente.
Sono facili da riconoscere: presentano una vistosa scritta colorata, che occupa buona parte della dimensione della banconota, su entrambi i lati, leggermente in diagonale. In questo caso si tratta di un esemplare estremamente ricercato e apprezzato; nel caso della 20 euro, si tratta di un pezzo che può valere anche migliaia di euro, fino a 10 mila euro.
Le future 20 euro
Come detto, le banconote da 20 euro subiranno un profondo restyling ancora più definito e riconoscibile rispetto alla prima e alla seconda serie: si è deciso infatti, per tutte le banconote della terza generazione, di dedicare la singola emissione a una personalità europea che ha avuto una grande influenza in uno specifico contesto.
Sulla nuova 20 euro, che come le altre dovrebbe essere diffusa a partire dal 2026, sarà presente Marie Curie, premio Nobel (prima donna ad ottenere questo riconoscimento), inventrice e personalità di grande impatto non solo europeo. Il retro delle future 20 euro sarà dedicato a un panorama naturalistico, che trae ispirazione dalle valli europee con tanto di fauna annessa.